L’Italia si conferma essere tra le prime della classe per quanto riguarda il riciclo della carta 75,7% grazie alla capillarità degli impianti presenti sul territorio, ben 716 distribuiti tra Nord e Sud.
Un ottimo dato che però si deve scontrare con un vertiginoso crollo del prezzo della carta che, paragonato ai primi sette mesi del 2022, fa segnare una netta diminuzione del 72%. Dato che riesce ad essere arginato solo grazie ad un exploit delle esportazioni (+10% rispetto al 2021 e +99,9% rispetto al 2022).
Questo quanto emerso dall’ultimo rapporto pubblicato da Unirima – Unione nazionale imprese raccolta, recupero, riciclo e commercio dei maceri e altri materiali.
Riciclo della carta: i numeri dell’Italia
I dati del Rapporto Unirima del 2023 confermano la flessibilità e la capacità di adattamento del settore della carta da macero, poiché, nonostante le difficoltà post-pandemia, la guerra in Ucraina con la crisi energetica che ne è derivata ed i profondi cambiamenti nello scenario geopolitico mondiale che sono piombati sui sistemi produttivi, l’Italia continua ad essere in questo comparto industriale tra gli Stati più virtuosi in Europa.
I motivi sono diversi, sicuramente influiscono la capillarità degli impianti che ricevono rifiuti di carta e cartone sparsi omogeneamente su tutto il territorio nazionale e l’apporto delle esportazioni che, dopo un incremento nel 2022 del 10% rispetto al 2021, nel primo semestre 2023 hanno superato un milione di tonnellate raddoppiando di fatto le quantità esportate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente allo scorso anno. La capacità degli operatori di trovare una destinazione ha evitato il collasso della filiera, permettendo al contempo l’incremento delle raccolte differenziate e contribuendo in modo sostanziale agli obiettivi di riciclo complessivi del nostro Paese. Il tasso di riciclo complessivo della carta sale dal 72,8% al 75,9% nel 2022 e quello degli imballaggi, pari all’81,20%, si mantiene ben al di sopra della media europea.
Nel 2022 la produzione di carta da macero è stata di 6,6 milioni di tonnellate con un calo del 6% rispetto al 2021. Le cause di questa diminuzione sono quelli già accennati, riconducibili all’instabilità del quadro internazionale con conseguenti aumenti dei costi di approvvigionamento energetico che hanno ridotto i consumi e comportato fermi delle aziende interne produttrici di carta e destinatarie del macero.
Tali motivazioni hanno determinato una forte riduzione dei prezzi della carta da macero con un crollo pari al 72%. Una volatilità dei prezzi che ha portato ad un calo dei fatturati delle imprese del settore del macero di oltre il 13% rispetto al 2022.
Le esportazioni, che hanno superato un milione di tonnellate nel solo primo semestre del 2023 – il doppio rispetto allo stesso periodo del 2022 – hanno garantito uno sbocco per il surplus di carta da macero rispetto al fabbisogno del mercato italiano.
La capacità degli operatori di trovare destinazioni per tale surplus ha permesso al mercato di non crollare evitando un corto circuito nella filiera, permettendo al contempo l’’incremento delle raccolte differenziate e contribuendo in modo sostanziale agli obiettivi di riciclo.
“Le imprese sono costrette a districarsi tra una burocrazia crescente, norme spesso contraddittorie o non chiare, il mancato rispetto dei principi di concorrenza e la necessità di innovarsi per essere più competitive e far fronte alle sfide sempre più complesse dei mercati. Grazie al coraggio di molti imprenditori, anche quest’anno il settore ha saputo reagire alle crisi di sistema. Adesso però ci aspettiamo delle risposte dalla politica e dal governo. Abbiamo fiducia che su questi temi, e sulle grandi sfide del Paese come l’economia circolare, sarà fatto di tutto per mantenere un livello alto di competitività del comparto industriale italiano della carta da macero” ha commentato Giuliano Tarallo, Presidente di Unirima.
Fonte
Rapporto Unirima 2023 – La produzione di materia prima, End of Waste dalla raccolta differenziata di carta e cartone