Il Centro di Coordinamento dei RAEE ha pubblicato il consueto rapporto annuale in riferimento ai rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche riciclati nel 2022.
L’Italia ha avuto una flessione del 6,2% rispetto al 2021 ed ha riciclato poco più di 361 mila tonnellate di RAEE. È la prima volta dopo 8 anni che la raccolta di questi materiali ha una decrescita.
Le cause sono molteplici e riguardano sicuramente una minor vendita di apparecchiature ma anche una gestione non corretta del RAEE che, spesso, finisce nel contenitore sbagliato. Non solo, i consorzi di riferimento confermano anche la presenza di un mercato parallelo dove i RAEE verrebbero conferiti presso circuiti di smaltimento non ufficiali.
Raccolta RAEE: i dati
Secondo il rapporto annuale del CdC RAEE sono ben 24.000 le tonnellate in meno di RAEE riciclate nel 2022 rispetto l’anno precedente. Questo fattore comporta anche una raccolta media pro capite in discesa del 5,3%, traducibile in 6,12 kg per abitante.
Nel dettaglio, i 5 grandi gruppi in cui sono suddivisi i RAEE (leggi anche “Smaltimento RAEE | Cosa sono e perché è importante riciclarli correttamente”) hanno avuto le seguenti contrazioni:
- R1 – freddo e clima: 98.937 tonnellate (-0,7%)
- R2 – grandi bianchi: 117.472 tonnellate (-9,3%)
- R3 – tv e apparecchi con schermo: 71.035 tonnellate (-6,7%)
- R4 – elettronica di consumo e piccoli elettrodomestici: 71.494 tonnellate (-7,5%)
- R5 – sorgenti luminose: 2.444 tonnellate (-9,9%)
Cause e distanza dagli obiettivi UE
Il Consorzio Erion stima che in Italia la raccolta dei RAEE sia ferma al 30%, a fronte dell’obiettivo europeo fissato al 65% rispetto all’immesso sul mercato nei tre anni precedenti. Significa ben 35 punti percentuali in meno rispetto al target UE, una cifra considerevole.
Alberto Canni Ferrari, Presidente del CdC RAEE, commenta così i dati:
“Nel 2022 si è evidenziata una riduzione nei volumi avviati a corretto riciclo che contrasta con i trend in continua crescita che il sistema era abituato negli ultimi otto anni. A determinare questo risultato sono la sottrazione al canale ufficiale di volumi consistenti da parte dei canali paralleli e il mancato conferimento da parte dei cittadini dei rifiuti elettronici, in particolare di quelli di piccole dimensioni che rientrano nel raggruppamento 4, che già si caratterizzava per volumi contenuti e dispersi.
Ulteriore fattore è la riduzione delle vendite di AEE dopo due anni consecutivi caratterizzati da incrementi importanti, che ha determinato una diminuzione dei quantitativi dismessi”.
Un recente studio condotto da Ipsos per Erion sottolinea che ben 1 italiano su 6 getta i RAEE nel contenitore sbagliato, ossia nel sacco dell’indifferenziata, nel cassonetto per strada o nel bidone della plastica. Il podio degli oggetti a cui viene maggiormente sbagliato il contenitore è composto da: 22% asciugacapelli; 20% tostapane e frullatore; 18% caricabatterie per cellulari.
Dati regionali
Tutte le regioni italiane registrano un andamento negativo a eccezione della Sicilia e della Puglia, dove la raccolta aumenta rispettivamente del 4,7% e del 2,7%.
La battuta d’arresto più consistente tocca alla Valle d’Aosta (-15,1%) che, con 9,56 kg/ab, scende al secondo posto per raccolta pro capite.
Le altre regioni caratterizzate da una diminuzione a doppia cifra sono nell’ordine: Umbria (-12,1%), Emilia Romagna (-11,9%), Basilicata (-11,4%), Friuli Venezia Giulia (-10,2%). La Sardegna è la regione che vede la minore contrazione nei quantitativi avviati a corretto riciclo: con una perdita contenuta del -1,4% conquista il primato per raccolta pro capite (9,94 kg/ab).
Conclusioni e riflessioni
L’Italia è un Paese povero di materie prime, una caratteristica alla quale si può rimediare solo riciclando il più possibile (o importandole da altri Paesi, ovviamente). È significativo il fatto che proprio i RAEE, rifiuti dai quali si può recuperare una percentuale molto elevata di materiale, siano soggetti ad una gestione così scorretta.
L’Italia eccelle nel riciclo in molti altri settori, proprio per sopperire alla mancanza di materie prime. Ad oggi, però, siamo 35 punti percentuali in meno rispetto agli obiettivi posti dall’Unione europea, un dato che di certo non ci può far stare tranquilli, soprattutto perché nell’ultimo anno si è manifestata una contrazione dei ritiri.
La presenza di un mercato parallelo che spesso segue rotte illegali è una malattia da debellare il prima possibile. I dati riportati da Ipsos non possono assolutamente essere trascurati (1 italiano su 6 non sa dove buttare i RAEE); viceversa, sarebbe necessaria una maggiore sensibilizzazione della società sull’importanza che il riciclo di questi materiali può comportare e il beneficio che potremmo trarne tutti.