I rifiuti speciali sono i rifiuti derivanti dalle attività industriali, commerciali, artigianali, di servizi, di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale. Nel 2022 (ultimi dati disponibili) queste attività hanno prodotto 161,4 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, evidenziando una diminuzione del 2,1% rispetto l’anno precedente.
È quanto emerso dall’ultimo report stilato da Ispra – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale che abbiamo analizzato.
Rifiuti speciali: i dati (2022)
Secondo l’Istituto Ispra, questa flessione è dovuta soprattutto al conflitto russo-ucraino e alla conseguente crisi energetica, le quali hanno fatto registrate una riduzione equivalente a oltre 3,4 milioni di tonnellate.
I rifiuti speciali non pericolosi rappresentano il 93,8% del totale con un calo del 1,8% mentre quelli pericolosi diminuiscono del 6,4%. Nello specifico: i rifiuti non pericolosi prodotti nel 2022 sono stati 151,4 milioni di tonnellate, mentre quelli pericolosi quasi 10 milioni.
Grazie al tessuto industriali molto sviluppato al nord si producono il 57,4% dei rifiuti speciali con la Lombardia che ne produce da sola il 21,9% a livello nazionale, seguono Veneto e Emilia-Romagna rispettivamente il 10,6% e il 9%.
Il centro produce il 17,4% dei rifiuti speciali con la Lazio che ne genera il 6,9% sul totale nazionale e la Toscana il 6%.
Per quanto riguarda il sud, la produzione complessiva si attesta al 25,2% con la Regione Campania che tocca il 6,4% nazionale, la Puglia il 6% e la Sicilia il 5,5%.
Settori merceologici e gestione
Il settore delle costruzioni e demolizioni si conferma quello con la più alta percentuale di rifiuti speciali prodotti con ben 80,8 milioni di tonnellate e il 50% del complessivo prodotto; seguono le attività di trattamento dei rifiuti e di risanamento con il 22,8%; mentre le attività manufatturiere concorrono per il 17,5%.
Come vengono gestiti tutti questi rifiuti speciali? Gli impianti di gestione dei rifiuti speciali presenti in Italia sono 10.806, di cui 4.662 (il 43,1%) dedicati al recupero di materia, 296 al coincenerimento, 70 sono di incenerimento e 206 le discariche (118 per i rifiuti inerti, 132 per i rifiuti pericolosi, 11 per rifiuti pericolosi).
Il recupero di materia costituisce la quota predominante dei rifiuti speciali con il 72,2%:
- Il recupero di sostanze inorganiche è l’operazione prevalente con 43,2%, interessano, perlopiù, i rifiuti da attività di costruzione e demolizione (66,8 milioni di tonnellate) generalmente recuperati in rilevati e sottofondi stradali.
- Il recupero dei rifiuti di metalli e dei composti metallici rappresenta il 12% del totale gestito e comprende, tra gli altri, i rifiuti prodotti dal settore delle costruzioni (6,5 milioni di tonnellate) e dal trattamento meccanico dei rifiuti (4,8 milioni di tonnellate); la gran parte sono recuperati nelle acciaierie in Lombardia.
- Il recupero di sostanze organiche rappresenta il 7,3% del totale gestito, trattasi principalmente di carta, cartone e legno.
- In impianti di incenerimento sono smaltiti 1,1 milioni di tonnellate di rifiuti speciali, di cui circa 699 mila tonnellate (63% del totale) non pericolosi e 409 mila tonnellate (37% del totale) pericolosi.
- Lo smaltimento in discarica interessa circa 8,9 milioni di tonnellate di rifiuti (il 5% del totale gestito), di cui circa 7,9 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi e oltre 1 milione di tonnellate di rifiuti pericolosi. Rispetto al 2021, si rileva un decremento pari a circa 1,3 milioni tonnellate (-12,6%), mentre, rispetto al 2020, si registra una riduzione di 975 mila tonnellate (-9,9%).
Rifiuti speciali: import, export
L’Italia è un importatore netto di rifiuti, infatti, vengono importate circa 6,9 milioni di tonnellate a fronte di un’esportazione di poco superiore a 4,8 milioni di tonnellate. Il 98,5% dei rifiuti importati (circa 6,8 milioni di tonnellate) è costituito da rifiuti non pericolosi e il restante 1,5% (106 mila tonnellate) da rifiuti pericolosi. In particolare, importiamo rottami metallici provenienti dalla Germania (1,7 milioni di tonnellate) e dalla Francia (399 mila tonnellate di rifiuti), recuperati dalle industrie metallurgiche localizzate in Lombardia e in Friuli-Venezia Giulia. Dalla Svizzera provengono 429 mila tonnellate di terre e rocce destinate per la quasi totalità in Lombardia in attività di recupero ambientale.
Il 70% (3,4 milioni di tonnellate) dei rifiuti esportati è costituito da rifiuti non pericolosi ed il restante 30% (circa 1,5 milioni di tonnellate) da rifiuti pericolosi. Esportiamo prevalentemente in Germania (977 mila tonnellate, di cui 685 mila tonnellate pericolosi), rifiuti prodotti da impianti di trattamento dei rifiuti (306 mila tonnellate) e dalle attività di costruzione e demolizione (347 mila tonnellate).
Fonti
Rapporto Rifiuti Speciali. Edizione 2024 | Ispra – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale